LE STANZE. Cosmo, Ambiente, La tela di petali
2008, Ferrara
Trova stanza nel cuore la speranza. Eugenio Montale
Scultura, installazione e performance artistiche realizzate nel giardino della Palazzina Marfisa d’Este a Ferrara, una dimora storica degli Estense che ospita il Museo dell’Arte Antica di Ferrara. A settembre, in occasione degli ultimi giorni di apertura della mostra, si è svolta la presentazione – dibattito del libro Il luogo e le opere, edizione Celid (Torino).
Il tema del giardino colto, spazio modificato dall’uomo non per fini utilitaristici ma per il puro piacere della contemplazione, è uno dei temi fondanti delle opere dell’artista nel luogo. Le opere site specific, ovvero realizzate appositamente per gli spazi del giardino, nascono dalle riflessioni dell’artista sul rapporto dell’uomo con la natura nelle sue diverse forme e manifestazioni. Il giardino in particolare provoca un’emozione particolare: il sentimento della grazia, il desiderio di essere parte integrante di questo paesaggio quale attore e spettatore insieme. l sentimento della ricerca di un rapporto intimo con il giardino ha suggerito la creazione di una sorta di percorso sia fisico sia mentale di avvicinamento e conoscenza profonda del luogo. Le stanze è un intervento artistico articolato in tre opere distinte ma fra loro correlate, in piena armonia con il giardino della Marfisa.
La prima opera che apre il percorso è la scultura Cosmo L’ingresso è accogliente. Semplici palle di pietra scolpite a mano, ordinate in fila fra l’erba individuano e indirizzano il percorso. Unico “arredo”. Cosmo è la traccia, il segno di temporanea appropriazione di uno spazio in questo ingresso, come una suppellettile che appartiene all’artista e adagiata insieme alle altre quale primo segno di ricerca di comunione con il luogo. La seconda opera è un’installazione: Ambiente realizzata in un luogo dove l’arte topiaria ha creato un varco, come un vano di una porta incorniciato dalle due colonne; il soffitto è il cielo, il pavimento è il prato e su di esso preziosi resti di un antico passato colto. Ambiente è la cornice di un tappeto di erba che li ordina e li raccoglie, segno di accoglienza, desiderio di sosta e di contemplazione. L’ultima opera è la costruzione di un’installazione attraverso una performance realizzata il giorno dell’inaugurazione: La tela di petali. Una Loggia che definisce la parte terminale del giardino è un’architettura semplice impreziosita da affreschi dove la natura manifesta con i suoi fiori la sua bellezza, eleganza e fragranza. Qui l’artista “costruisce” una tela con i petali di 800 rose color rosa pallido su cui “dipinge” con la polvere del pigmento blu oltremare il segno di un paesaggio lontano: dettagli di natura che ne accolgono l’infinità.
Di seguito i brevi testi critici di Massimo Marchetti e Anna Maria Fioravanti Baraldi.
Suite per una conversazione
Intervenire in tre momenti nel giardino rinascimentale della Palazzina Marfisa significa, per Marcella Tisi, esplorare le potenzialità di un segno discreto che si inserisce con levità in una struttura di armonie ricercate. Abituata ad operare negli spazi urbani o, all’opposto, nelle campagne selvatiche del sud, la Tisi in questa occasione si misura con la riattualizzazione di una antica sensibilità che vive nell’intersezione di spazi rari, prodotti dall’incontro tra la spontaneità della natura e la razionalità del progetto architettonico. E’ quindi un dialogo che vive in una rifrazione: dal presente al passato e, in secondo grado, dall’umano al naturale. Con la consapevolezza che anche nell’arte per dialogare occorra saper prestare ascolto, Marcella Tisi si predispone ad entrare in sintonia con questo scrigno attraverso la pratica della delicatezza, forse l’unico atteggiamento che possa attutire i rumori contemporanei, frenare le pulsazioni, e porsi in attento ascolto di voci lontane.
Massimo Marchetti
Lo spirito dell’arte di Marcella Tisi viene da lontano, dal suo antico antenato il Garofalo e, come il grande artista ferrarese, Marcella instaura con il paesaggio estense una sottile e magica empatia.
Anna Maria Fioravanti Baraldi
Realizzato da Mathieu Gasquet per la mostra: Le Stanze.