NELLA TERRA CON LA TERRA
2003 – 2006, Rho – Pero (MI).
L’intervento consiste in due opere artistiche che appartengono alla progettazione dell’area esterna del complesso fieristico milanese di Rho – Pero, realizzata su progetto vincitore dell’arch. Mario Bellini. Consiste nel ridisegno dei due ambiti corrispondenti al sistema viario a rotatoria in corrispondenza degli accessi alle aree verdi adibite anche a parcheggio a raso, a sud del complesso fieristico.
La caratteristica fondamentale che caratterizza questo progetto consiste nel presupposto di non limitarsi alla risoluzione dello spazio–rotonda ma dell’intero contesto in modo unitario per ridurre al massimo una delle caratteristiche tipiche di questi spazi: la frammentarietà. Intorno al nuovo complesso fieristico milanese di Rho-Pero progettato da Massimiliano Fuksas, l’architetto Mario Bellini ha ideato un’area a parco che accogliesse i numerosi parcheggi a raso a servizio della Fiera. Secondo la tendenza attuale tutti gli incroci viabili sono a rotatoria. A sud, in corrispondenza della reception d’onore, Nella terra con la terra si è occupato degli snodi viabili di due rotonde consecutive, poco distanti fra loro, e delle circostanti aiuole spartitraffico.
La rotonda non è un’area a sé da risolvere; non è un luogo da “riempire”; nemmeno si tratta di uno spazio per accogliere una scultura o un’opera artistica nata dal genio del suo autore fra le mura dello studio. La rotonda è un piccolo pezzo di città, o di territorio vissuto, e chiunque se ne occupi, anche chi ci disegna intorno le strade, deve fare i conti con il contesto. Tutto ciò che la circonda sono luoghi importanti: le asole spartitraffico, gli attraversamenti, i marciapiedi, e anch’essi concorrono all’idea di creare un’immagine unitaria e armonica con il paesaggio circostante. La natura e alcuni elementi scultorei ricorrenti combinati fra loro danno specificità al luogo: il muro in paramano, il bassorilievo, la terracotta e la pietra, il prato verde, la lavanda, le rose e il melograno.
IL MATTONE, IL MURO, IL BASSORILIEVO
Il mattone è un elemento costruttivo antico, ottenuto dalla cottura dell’argilla modellata.
È un elemento artistico: le sue dimensioni (6x12x24 cm circa) sono rapportate a quelle della mano dell’uomo e di conseguenza il suo peso, intorno ai 3 chilogrammi, alla facilità di posa e di movimentazione. Si possono mettere in opera dagli 800 ai 1000 mattoni al giorno.
È un materiale artistico: obbliga a pensare la forma in funzione del suo utilizzo. È bello alla vista e al tatto: può assumere diverse colorazioni e diverse texture. È un materiale duttile e adattabile alle più svariate forme. È naturale. È affidabile. È libero: sfugge alla geometria perfetta e alla produzione industriale. Le sue dimensioni variano da luogo a luogo, da fornace a fornace. L’uso del mattone denuncia il rifiuto dell’omologazione e l’affermazione di una realtà diversificata contro l’appiattimento prodotto dall’industrializzazione. Come la natura: è un materiale vivo. Fare di un muro un elemento scultoreo attraverso la posa particolare e la modellazione dei suoi elementi modulari è un’idea antica. Mi piace rendere attuale questa idea.
Nella terra con la terra è la mia sfida. I muretti in paramano sono ad altezza variabile e hanno andamento sinuoso; in alcuni tratti una serie di mattoni modellati direttamente a mano crea l’effetto bassorilievo. Essi contengono la terra creando piani lievemente inclinati, sia nella rotonda, sia nelle circostanti asole spartitraffico dove possono essere utilizzati anche da sedile. La posa sfalsata dei corsi, a scalare verso il basso, accentua l’immagine di plasticità che in tal modo caratterizza il luogo.
IL GUSCIO E LA PIETRA
Il bisogno delle forme è una necessità dell’uomo. Attraverso le forme diamo corpo a ciò che vogliamo esprimere. Ma è necessario anche rispondere sempre a uno scopo. Quindi per giungere alla configurazione delle cose spesso i bisogni concreti si trovano in contrasto con le tensioni spirituali: la materia fornisce i mezzi a questa lotta.
Il materiale che prediligo è l’argilla: un materiale tenero, malleabile, che imita il gesto della mano, lo fissa, lo perpetua. La mano dell’uomo è affettuosa, non conosce la forma quadrata. La scultura che dà forma alla mia espressione evoca la cavità, la forma del vaso, del guscio, dell’elemento che racchiude e contiene, separa un dentro da un fuori, protegge. Il vaso è legato al concetto di casa come il seme a quello della pianta in quanto ne evoca il principio, ne contiene cioè il programma genetico per la sua crescita e il suo sviluppo. Il vaso, come
la casa, è un elemento che esalta le qualità dello spazio interno rispetto al volume, dell’abitare rispetto al costruire. La pietra, racchiusa in esso, è elemento di natura appartenente al regno minerale: è la testimonianza nel paesaggio della perennità del tempo di natura.
Video realizzato per queste opere di arte ambientale.