CONTATTI: info@marcellatisi.com
PER(e)SISTERE
2005 – 2006, Craco (MT)
Intervento di Land art site specific nella città vecchia di Craco in provincia di Matera, un antico insediamento che a metà degli anni ‘50 fu vittima di crolli improvvisi a catena che ne determinarono lo spopolamento ed il definitivo abbandono. L’artista, colpita e affascinata da questo spettacolo commovente e sublime, ha ideato e realizzato un intervento artistico con l’obiettivo di scuotere le coscienze e rivelare la bellezza di un paesaggio che senza tutela è destinato alla rovina.
In provincia di Matera, arroccata su uno sperone roccioso, a ridosso del fiume Cavone, sorge la città morta di Craco, un antico insediamento che ha origini lontane, precedenti al medioevo ancora visibili nell’impianto urbanistico che si sviluppa sulla roccia come una fortezza e nelle architetture strette fra vicoli e scalinate, con decorazioni semplici e austere. A metà degli anni ‘50 fu vittima di un evento grave: circa la metà del paese scivolò verso valle trascinando case, strade, vite umane. A ciò seguì il completo spopolamento ed il definitivo abbandono del paese. Alcune costruzioni nacquero poco più in basso, ma il paese nuovo, Craco Peschiera, venne completamente ricostruito nella piana sottostante a circa otto chilometri. Da allora il paese vecchio pur essendo di valore paesaggistico notevole non è stato più toccato, nel bene e nel male: infatti nessun rimaneggiamento che avrebbe potuto cancellare l’antico, ma purtroppo, nessun progetto di recupero che avrebbe potuto portare a interventi di restauro accurati e mirati a mantenerne le caratteristiche estetiche che lo rendono così unico. Per(e)sistere nasce dalle riflessioni che l’artista ha maturato dopo aver visitato quei luoghi, il paese abbarbicato sulla roccia, incastonato al centro di un paesaggio vasto, duro, fatto di argilla, palude con la pioggia, cretto con il sole. Bellezza dei luoghi. Bellezza di ciò che resta, un tutt’uno con la roccia. È natura e artificio nella natura: trasuda la fatica, il dolore, le sofferenze; ma c’è profonda comunione con il luogo. Accettazione di una realtà dura e difficile e volontà di imporre la propria presenza. Ostinazione dell’abitare, non un abitare qualsiasi ma quell’abitare. E poi l’inevitabile abbandono. Il paese non più vissuto appare cristallizzato, immutabile, ma il tempo passa, lavora e consuma. Ogni giorno lievi cambiamenti, piccole perdite, impercettibili erosioni. Desiderio di fermare il degrado inesorabile. Pesistere per esistere. L’artista ha pensato a un’azione artistica, segno di un intervento ben più ampio, per evidenziare la bellezza del luogo e di ciò che resta ma contemporaneamente l’implacabilità del degrado che potrebbe portare questo luogo all’inevitabile disfacimento. Il primo obiettivo era di riportare sul piano umano la bellezza di un paesaggio sublime che sovrasta, affascina ma smarrisce, esalta e angoscia, attraverso una traccia che restituisca alla vita.
Il secondo obiettivo di pari importanza era che tale traccia fosse concreta come segno e testimonianza che il degrado è inesorabile e non è più invisibile. Con la pittura sarà quindi un segno circolare perfetto che avvolge l’intero paese, lo contorna sul piano e nello spazio e inizia sui bastioni diruti, superstiti delle fondamenta che la frana e il tempo hanno sbriciolato. Il colore è l’arancione, che simboleggia il sole nascente, la vitalità, l’energia, la gioia di vivere; è il colore della crescita, dell’amore e della felicità. L’ anima di Craco è arancione pretende la vita. La pittura penetra fra le pietre, la malta e i blocchi di tufo, il pigmento contrasta col cole dell’abbandono e ritorna la vita. La pittura sarà segno da lontano e testimonianza da vicino: quando il colore non sarà più uniforme sarà evidente che il bastione continua a sbriciolarsi, così come avviene per ogni edificio, ogni pietra, ogni strada di Craco.
Video realizzato in occasione della mostra personale di opere pittoriche e fotografiche riferite alle opere di LAND ART ILBLUINTERRA e PER(e)SISTERE.